Cina: i “villaggi del cancro”

Malgrado le promesse di investimento nelle rinnovabili restano segreti i dati sull’inquinamento
Cresce la tensione in Cina per quanto riguarda l’inquinamento ambientale e i suoi effetti sulla popolazione: il Governo cinese ha infatti ammesso l’esistenza dei “villaggi del cancro”, ovvero centri abitati nei quali, a causa delle condizioni ambientali, i livelli di diffusione di tumori hanno raggiunto quantità allarmanti.
A far scoppiare il caso a livello internazionale è stato l’avvocato Dong Zhengwei, che si è visto negare la richiesta di consultare i dati risultanti dallo studio. “Il problema qui non è solo ambientale- ha dichiarato l’avvocato alla stampa internazionale -ma riguarda anche la trasparenza del Governo cinese: i “segreti di Stato” non dovrebbero
essere uno scudo dietro il quale le autorità possono nascondersi quando sanno di non essere nel giusto”.
La gravità della situazione supera perfino quella ipotizzata dalle associazioni ambientaliste: contro i 100 villaggi denunciati, il Governo del Paese ha reso nota l’esistenza di ben 400 aree rientranti nella lista. In questo clima è facile immaginare il timore e la rabbia con la quale la popolazione ha appreso un’altra notizia: i dati relativi ad uno studio condotto su territorio nazionale concluso nel 2010 e riguardante i livelli di inquinamento del suolo, considerato più grave di quello di aria e acqua, sono un segreto di Stato e pertanto non possono venire diffusi.
Per comprendere la gravità della situazione, è sufficiente un dato: in Cina il 40% dei terreni agricoli è irrigato tramite l’acqua estratta dal sottosuolo, il 90% della quale risulta inquinata, secondo quanto dichiarato dall’esperto di alimentazione e salute Liu Xin. La mascherina antismog, di questo passo, offrirà ben poca protezione.

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