USA e il progetto per sottomettere l'umanità

Il settimanale scozzese, Sunday Herald, ha pubblicato il 15 settembre scorso il sunto di un documento redatto due anni fa per conto di alcuni dei principali esponenti dell'attuale governo statunitense, che descrive in dettaglio un progetto per la sottomissione militare del pianeta al dominio statunitense. Un progetto che - tra molte altre cose - descrive con apparente favore la possibilità di creare armi biologiche capaci di sterminare "specifici genotipi".
Il documento, intitolato Rebuilding America's Defences: Strategies, Forces And Resources for a New Century, fu scritto nel settembre del 2000 - quando Bush non era ancora presidente - dal Project for the New American Century (PNAC), uno dei numerosi think-tank della destra statunitense. Il testo fu redatto per un gruppo specifico di persone, che oggi ricoprono incarichi non indifferenti: Dick Cheney, attuale  vicepresidente degli Stati Uniti; Donald Rumsfeld, attuale segretario alla difesa; Paul Wolfowitz, attuale vicesegretario alla difesa; Jeb Bush, fratello del presidente; e Lewis Libby, capo dello staff di Cheney.
Di seguito, troverete la traduzione integrale dell'articolo del Sunday Herald. Legandosi all'attualità, il giornalista scozzese ha insistito su un dettaglio, il progetto per rovesciare il governo iracheno. Ma il documento va visto in un contesto molto più ampio.
Già alla fine degli anni Cinquanta, un vecchio conservatore, il presidente Eisenhower, metteva in guardia contro la struttura mostruosa che cominciava a dominare il suo paese: una coalizione sempre più stretta tra immense imprese legate alle commesse militari, uno Stato che aveva come funzione principale la conduzione della guerra e una sterminata catena di laboratori dove scienziati, sociologi, tecnici di ogni sorta lavoravano anno dopo anno per affinare gli strumenti del dominio, a prescindere completamente dalla pur vivace società civile del paese. Il testo che leggerete è un esempio, nemmeno tanto insolito, di ciò che si produce in questi laboratori.
Questa simbiosi, in nome della "guerra duratura", tra alcune gigantesche corporations, lo Stato e la ricerca sembra una riedizione di un aspetto fondamentale del nazionalsocialismo dell'epoca dei Krupp e di Peenemünde.
Il parallelo è ovviamente tecnico e non demonizzante: è inutile elencare le profonde differenze tra il sistema statunitense e quello della Germania degli anni Trenta. Ma è inevitabile che una struttura di questo tipo porti non solo a uno stato di Enduring War,

Gruppo Bilderberg, l'oligarchia invisible


Se ti dicessero che il futuro del mondo viene deciso, di anno in anno, dai membri di un club molto esclusivo, ci crederesti?
Fondato nel 1954, il Gruppo Bilderberg, che deve il suo nome all’albergo olandese che ospitò il primo meeting, riunisce ogni anno, in meeting privati, dai 120 ai 150 tra gli uomini più influenti e potenti del mondo. Sebbene vengano forniti di volta in volta dei temi generali di dibattito, nessuno sa veramente di cosa si discuta in queste riunioni, proprio per la loro natura strettamente privata. Al punto che è addirittura impossibile avvicinarsi alla sede delle riunioni (che cambia ogni anno), nel raggio di centinaia di metri, con tanto di reti metalliche e agenti di polizia a impedire l'accesso ai curiosi.
Le teorie della cospirazione hanno negli ultimi decenni dato grandissimo risalto a questi meeting, tanto che, da sconosciuto, il Gruppo Bilderberg è diventato uno degli argomenti più dibattuti della rete, con tanto di sporadici passaggi televisivi.
Ma non sono soltanto i teorici della cospirazione a parlarne. Ferdinando Imposimato, giudice e presidente della Suprema Corte di Cassazione, ha dichiarato ripetutamente che “Il Gruppo Bilderberg governa il mondo e le democrazie in modo invisibile”. Ma non si ferma qui, anzi rincara la dose, sostenendo che “dietro la strategia della tensione e le stragi c'è anche il Gruppo Bilderberg, una specie di Grande Fratello che sta sopra, manovra, si serve di terroristi neri e massoni". A sostegno di quest'affermazione ci sono dei documenti, ritrovati dallo stesso Imposimato, del magistrato E